Hai mai sentito parlare di pavimento galleggiante o flottante? Si tratta di pavimenti sopraelevati che vengono posati a secco, senza l'uso di collanti. Possono essere utilizzati sia per le pavimentazioni interne che per quelle esterne, per abitazioni private o in uffici e negozi. Vediamo insieme quali sono i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di pavimenti sospesi.
Spesso con la definizione "pavimento galleggiante" piuttosto di "pavimento flottante" oppure ancora "pavimento sopraelevato" si intende la stessa tipologia di pavimentazione, in realtà non sono proprio la stessa cosa, infatti i termini richiamano caratteristiche diverse come in realtà sono. Vediamo quali sono le differenze.
Il pavimento galleggiante può rientrare nella definizione di sopraelevato in quanto prevede l'utilizzo di strutture o dispositivi che ne consentano la posa in opera distanziati dal fondo iniziale utilizzando genericamente supporti chiamati "piedini" ad altezza fissa oppure regolabile, autolivellanti o no dove possano essere previste pendenze oppure modeste irregolarità di planarità; la pavimentazione consigliata è sempre di materiale avente uno spessore e portata consona alla destinazione d'uso: genericamente gres ad alto spessore, pavimentazioni in calcestruzzo etc., che possano garantire una sicurezza e durevolezza appropriata.
Nel cosiddetto plenum (lo spazio che si viene a creare nel sottopavimento) vengono nascosti cavi elettrici, collegamenti per reti informatiche e tubazioni idriche. Si tratta quindi di pavimentazioni spesso utilizzate in negozi e uffici, ma vedremo tra poco che sono molto vantaggiose anche per le abitazioni private.
Diverso è il caso del pavimento flottante: qui il pavimento si può definire flottante quando tra il fondo di posa le piastrelle avviene prima la stesura di un materiale morbido e magari isolante termicamente e/o acusticamente chiamato materassino , che lo separa dal fondo sottostante (che può essere anche un vecchio pavimento esistente.
Questo tipo di pavimento sopraelevato è particolarmente utilizzato nelle abitazioni civili per la posa di moderni pavimenti a doghe ad incastro in vinile oppure in legno per l'interno, mentre spesso troviamo pavimenti flottanti in solarium, lastrici solari, bordi piscine ed altre situazioni in cui si può apprezzare l'elevato drenaggio dell'acqua e la buona ventilazione che specie nei mesi estivi permette un maggior confort nell'utilizzo
In entrambi i casi, uno dei vantaggi principali è che per posare pavimenti galleggianti o flottanti non è necessario rompere la pavimentazione già esistente. Si tratta quindi di soluzioni particolarmente indicate nel caso di ristrutturazioni, dove si vuole cambiare pavimento ma si vogliono ottimizzare i costi.
Inoltre il pavimento galleggiante può rivelarsi vantaggioso quando c'è la necessità di realizzare un impianto di riscaldamento a pavimento, ad esempio nella zona notte. Sotto le mattonelle è possibile posare le serpentine dell'acqua (spesse pochi centimetri) creando un vero e proprio massetto impiantistico sopra il quale applicare la struttura galleggiante e le piastrelle.
L'installazione di un pavimento rialzato è facile e veloce. Una volta posata la struttura, basta incastrare le piastrelle e il gioco è fatto.
Proprio il fatto che non vengano utilizzate colle, ma che le piastrelle galleggianti siano semplicemente incastrate tra loro rende la pavimentazione facilmente ispezionabile. E questo è un altro vantaggio importante: dovendo apportare delle modifiche ai cablaggi oppure riparare eventuali tubazioni rotte, non si dovrà smantellare tutto ma si potrà intervenire solo dove necessario.
I pavimenti rialzati, proprio come le pavimentazioni tradizionali, possono essere personalizzati secondo il proprio gusto personale. Esistono infatti diversi materiali e finiture per le piastrelle galleggianti che permettono di creare geometrie ricercate per adattarsi allo stile dell'ambiente.
Il materiale più utilizzato per i pavimenti galleggianti e flottanti è il gres porcellanato, disponibile in tantissime varianti, come effetto legno, effetto cemento, effetto pietra ed effetto marmo, in nuances differenti.
Per i pavimenti flottanti, invece, viene spesso usato il laminato, il parquet o il PVC.
Le doghe si incastrano a secco, quindi senza l'utilizzo di colle, e poggiano su un materassino che ha funzione di isolante termico e isolante acustico, limitando così le dispersioni di calore e riducendo il rumore da calpestio e gli altri rumori dell'ambiente (fattore importante se si vive in condominio o in case a più piani).
Trattandosi di un materiale naturale e vivo, il legno può subire delle modifiche dovute ai cambi di temperatura o all'umidità. Installare un pavimento in laminato su una base flottante permette alle doghe di espandersi e contrarsi senza causare sollevamenti o rigonfiamenti. Ovviamente per assicurarsi una posa ottimale consigliamo di rivolgersi a un professionista.
Non esistono particolari "controindicazioni" all'utilizzo di questo tipo di pavimentazioni. L'unico limite è rappresentato dallo stato di partenza della superficie sottostante, che deve essere liscia e uniforme per evitare cedimenti e spostamenti.
Prima di posare un pavimento flottante è fondamentale assicurarsi che tutta la pavimentazione di base sia omogenea, senza crepe o dislivelli che potrebbero causare problemi in fase di posa del materassino, della struttura galleggiante e delle piastrelle.
Ora che hai capito la differenza tra queste tipologie di pavimenti e valutato con attenzione pro e contro, non ti resta che trovare i materiali e le finiture giuste. Scarica il PDF che abbiamo preparato per te e fatti guidare nella scelta!